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Progetto TAPP

(Talking About a Personal Problem, di Lenzi e coll.)

Il TAPP (Talking About a Personal Problem, di Lenzi e coll) è un'intervista semistrutturata che si sviluppa sul tema di un problema personale presentato dal soggetto intervistato.

La somministrazione richiede circa 1 ora e la valutazione viene effettuata sul testo letterale della seduta, che quindi deve essere trascritta.

Il testo dell'intervista, corredato di istruzioni conversazionali, è stato redatto in lingua italiana e inglese ed è in corso di redazione il manuale per i valutatori.
 
Questo strumento è utilizzabile in ambito clinico in fase di assessment psicoterapico, come in momenti successivi della terapia al fine di valutare - in relazione ai diversi formati impostati dal terapeuta - lo stile conversazionale del paziente ed le sue eventuali modificazioni nel corso della terapia.

Dal rilevamento dello stile conversazionale del soggetto è possibile trarre indicazioni utili alla definizione del progetto terapeutico, in particolare alla selezione di tecniche terapeutiche indicate alla perturbazione strategicamente orientata del sistema conoscitivo.

Ai fine della ricerca è inoltre possibile valutare più specificamente, attraverso un'analisi quantitativa, le modalità di conversazione e narrazione secondo tre diverse prospettive: la prospettiva della rimessa in scena, la prospettive della rielaborazione e la prospettiva della partecipazione all'evento.

Riferimenti teorici

Le fonti teoriche che hanno guidato la realizzazione dell'intervista sono fondamentalmente di quattro ordini: i lavori di Vittorio Guidano e Giovanni Liotti relativi allo studio della conoscenza individuale nelle sue dimensioni organizzativa e interpersonale; la metodologia della terapia cognitiva post razionalista (TCPR) e in particolare la tecnica della moviola; l'analisi dei formati interattivi della conversazione secondo gli strumenti dell'Analisi Conversazionale; le modalità valutative dei trascritti di messi a punto dai teorici dell'attaccamento.

  1. L'impostazione teorica del cognitivismo clinico costruttivista ha costituito il riferimento essenziale per una concezione della conoscenza personale, considerata non solo nella sua valenza referenziale, ma anche in quella pragmatica e di ordinamento e regolazione dell'esperienza emotiva (vedi Lenzi e Bercelli 2002).
    Tale concezione è alla base dell'intervista che si propone appunto come strumento capace di valutare sinteticamente le tre diverse dimensioni della conoscenza relativa ad un problema personale.
  2. La metodologia terapeutica di ricostruzione e riordinamento in seduta delle modalità personali di conoscenza denominata tecnica della moviola (Guidano, 1996), ha fornito lo schema strutturale attraverso cui il TAPP si dipana progressivamente, nonché i modelli dei formati conversazionali proposti dall'intervistatore.
  3. I formati conversazionali dell'intervista sono descritti attraverso i costrutti dell'Analisi Conversazionale, già adottata in precedenti studi condotti da Bercelli e Lenzi su sedute di terapia cognitiva (1999, 2000).
    I diversi modi di impostare la conversazione da parte del terapeuta inducono il paziente a risposte interattive specifiche e significative del suo modo di essere "con l'altro" .
    La lettura delle risposte fornite dal paziente nei termini di adesione ai formati conversazionali e quindi di mosse linguistiche proprie (che segnalano una sintonizzazione) o improprie (che segnalano una difficoltà di sintonizzazione) permette di evidenziare il tipo di uso interpersonali che il soggetto fa dei propri racconti (per esempio attività di insubordinazione e/o non pertinenti quali lamentela, accusa, richieste di soccorso ecc…) e quindi di cogliere gli aspetti interpersonali della conoscenza.
  4. Per quanto attiene la valutazione relativa agli "stati mentali" attivati dal soggetto nella narrazione di aspetti problematici della propria vita ci siamo ispirati agli studi svolti nell'ambito della teoria dell'attaccamento e in particolare all'Adult Attachment Interview (AAI)
    (Main, Goldwyn in press; Crittenden 1999).
    La memoria degli eventi della propria vita, e quindi la conoscenza personale, è collegata infatti non soltanto agli accadimenti in quanto tali ma alle modalità di elaborazione successive operate dal soggetto ed alle situazioni interpersonali nelle quali le rievocazioni si collocano (rimessa in scena).
    In modo analogo a quanto avviene nell'AAI, il TAPP attiva, attraverso specifiche modalità conversazionali, la messa in atto (attivazione) delle diverse strutture conoscitive che il soggetto adotta nel rappresentarsi il problema.
    L'intervista è concepita infatti in modo da sondare progressivamente i diversi sistemi di memoria: memoria semantica, memoria episodica, memoria per immagini, memoria integrativa, mentre il modo di interagire del paziente nelle varie situazioni conversazionali riflette aspetti della memoria procedurale (aspetti pragmatici).

Struttura dell'Intervista

L'intervista è costituita da 5 sezioni successive attraverso le quali il terapeuta, utilizzando precisi formati conversazionali, sonda le modalità organizzative della conoscenza del paziente muovendo dalla esposizione spontanea del soggetto a cui fa seguito la ricerca di informazioni sull'origine e la storia e lo svolgimento attuale del problema, per spostarsi alla scomposizione dell'esperienza immediata (attraverso sondaggi episodici circostanziati per quanto concerne gli aspetti sequenziali e di contesto) e terminando con la ricomposizione in termini integrativi dell'esperienza narrata.

  1. Descrizione generale del problema, con sondaggio di aspetti semantici ed integrativi.
  2. Ricostruzione storica e repertorio attuale del problema, con sondaggio prevalente della organizzazione semantica delle informazioni.
  3. Rievocazione di almeno 1 episodio caratteristico, con sondaggio prevalente della rievocazione episodica attraverso la ricostruzione degli aspetti sequenziali e contestuali nonchè dell'esperienza soggettiva, indagata nei suoi diversi componenti strutturali.
  4. Domande aggiuntive
  5. Rielaborazione integrativa, con domande che invitano il soggetto a ripensare ed eventualmente ridefinire i termini del problema tematizzato.

Cenni sulla modalità di classificazione

A. USO CLINICO
Analisi qualitativa dello stile conversazionale: consiste nella registrazione dei fenomeni conversazionali e cognitivi riscontrati nelle diverse fasi dell'intervista e suddivisi in 5 diversi livelli (vedi Lenzi e coll 2002, Continuità e cambiamento dello stile conversazionale nel corso di una psicoterapia):

  1. Modalità di adesione ai diversi frame dell'intervista ed eventuale presenza di attività improprie
  2. presenza di modalità procedurali di distanziamento o allontanamento operate nei confronti dell'interlocutore
  3. grado di attivazione e integrazione tra sistemi di memoria, in particolare tra memorie episodiche e memoria semantica
  4. capacità di sequenzializzazione cronologica, tematica e causale
  5. esplicitazione e discriminazione tra diversi tipi di contenuto (ingredienti) dell'esperienza soggettiva.

B. USO NELLA RICERCA
Al fine di un uso dello strumento nella ricerca è possibile procedere ad una più dettagliata tipizzazione e quantificazione dei profili dello stile conversazionale secondo 3 prospettive:

  1. la prospettiva della rimessa in scena, che riguarda la specificità situazionale del racconto, legata allo stato momentaneo della persona. Trai dati considerati troviamo la capacità di adesione al frame proposto dall'intervistatore, in particolare relativamente alla tipologia e alle modalità di alternanza dei turni di parola, l'adesione alle massime di Grice e la presenza di particolari azioni sociali, realizzate anche attraverso il racconto. Di tali azioni viene data una esemplificazione tale da renderne possibile il riconoscimento concorde trai valutatori.
  2. la prospettive della rielaborazione, che prende in considerazione da un lato le modalità di descrizione dell'esperienza emotiva, dall'altro alcuni contenuti e valutazioni relativi all'immagine di sé e degli altri significativi. I dati considerati riguardano la presenza di forme di espressione emotiva (interiezioni, esclamazioni, ripetizioni, intensificatori, uso di interrogative retoriche, descrizione diretta di emozioni, preferenza, ecc) o viceversa la presenza di espressioni distanzianti (nominalizzazioni, quantificatori universali. Inoltre vengono individuati alcuni temi e modalità valutative tipici di specifici stili conoscitivi.
  3. la prospettiva della partecipazione all'evento, che si realizza in ossequio alla regola secondo cui tanto più concreta e dettagliata è la rappresentazione tanto più le valutazioni personali ed emozionali sono aderenti all'esperienza trascorsa. I dati considerati riguardano da una parte l'individuazione di episodi, a contenuto interpersonale, pertinenti ai temi toccati a livello semantico (ordinamento tematico e causale), dall'altro la capacità di contestualizzazione e sequenzializzazione temporale nel rievocare l'episodio, nonché la capacità di recupero di elementi significativi di esperienza soggettiva.

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S.B.P.C. - Scuola Bolognese di Psicoterapia Cognitiva